Capitale Umano & Bilancio di Sostenibilità

In un’epoca caratterizzata da una crescente consapevolezza ambientale e sociale, il ruolo delle aziende nel promuovere uno sviluppo sostenibile è diventato centrale. Parallelamente, la valorizzazione del capitale umano emerge come elemento chiave per il successo e la competitività aziendale. Ma come si intrecciano questi due aspetti apparentemente distinti? In che modo i Responsabili delle Risorse Umane possono coniugare lo sviluppo del personale con gli obiettivi di sostenibilità dell’impresa? 

Il capitale umano, inteso come l’insieme di conoscenze, competenze e capacità dei dipendenti, gioca un ruolo cruciale in questo processo. Non si tratta più solo di gestire le risorse umane in termini di produttività e efficienza, ma di considerare il personale come un vero e proprio asset strategico per lo sviluppo sostenibile dell’azienda.

 

Gli STEP

Le aziende saranno obbligate a rispondere al Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) in modo graduale, a partire da determinate date specifiche. Ecco una panoramica delle scadenze principali: 

  1. 1 gennaio 2024: le aziende di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, che già rispondono alla Non-Financial Reporting Directive (NFRD), dovranno iniziare a rispondere al CSRD per i report pubblicati nel 2025 relativi all’anno fiscale 2024.
  2. 1 gennaio 2025: le grandi aziende che non rientravano nell’obbligo della NFRD, ossia tutte le aziende con oltre 250 dipendenti, un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro o un totale di bilancio superiore a 20 milioni di euro, dovranno iniziare a rispondere al CSRD per i report pubblicati nel 2026 relativi all’anno fiscale 2025.
  3. 1 gennaio 2026: le PMI quotate in borsa e altre piccole e medie imprese, piccole e medie banche e compagnie assicurative non quotate dovranno iniziare a rispondere al CSRD per i report pubblicati nel 2027 relativi all’anno fiscale 2026. Tuttavia, le PMI avranno un’opzione di opt-out fino al 2028, che le esenterebbe dall’obbligo di reporting per altri due anni.
  4. 1 gennaio 2028: per le imprese di paesi terzi con un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro nell’UE, se hanno almeno una filiale o una succursale nell’UE che supera determinate soglie, il CSRD si applicherà a partire da questa data.

Queste scadenze riflettono un approccio graduale, permettendo alle aziende di diverse dimensioni e settori di adeguarsi alle nuove normative in modo progressivo. 

Come si correla lo sviluppo del capitale umano con il CSRD? 

Il CSRD richiede alle aziende di riportare in modo dettagliato i loro impatti ambientali, sociali e di governance. La gestione del capitale umano è un aspetto centrale: 

  • Trasparenza e rendicontazione – Le aziende devono fornire informazioni dettagliate sulle pratiche di gestione del capitale umano, incluse le politiche di formazione, sviluppo professionale, e benessere dei dipendent
  • Impatto sociale – Valutare e migliorare l’impatto sociale delle attività aziendali attraverso la gestione del capitale umano contribuisce a un rapporto più positivo con le comunità e le altre parti interessate.
  • Sostenibilità a lungo termine – La valorizzazione del capitale umano è fondamentale per garantire la sostenibilità e la resilienza aziendale nel lungo periodo.

Correlazioni pratiche 

  • Formazione e sviluppo continuo – Investire in programmi di formazione e sviluppo continuo per i dipendenti non solo migliora le competenze e la produttività, ma favorisce anche l’innovazione e l’adattabilità ai cambiamenti di mercato.
  • Benessere dei dipendenti – Implementare politiche per il benessere fisico e mentale dei dipendenti riduce l’assenteismo e aumenta la soddisfazione lavorativa, contribuendo a un ambiente di lavoro più positivo e produttivo.
  • Inclusione e diversità – Promuovere la diversità e l’inclusione all’interno dell’organizzazione porta a un ambiente di lavoro più ricco e creativo, essenziale per affrontare sfide complesse e promuovere il progresso sociale.
  • Partecipazione comunitaria – Incoraggiare i dipendenti a partecipare a iniziative comunitarie e di volontariato rafforza i legami con la comunità locale e promuove la responsabilità sociale.

Integrando queste pratiche, le aziende possono migliorare il loro capitale umano, contribuendo in modo significativo allo sviluppo sostenibile secondo i principi dell’Agenda 2030, ESG e CSRD. 

Misurazione e rendicontazione

La misurazione e la rendicontazione delle performance in ambito sostenibilità rappresentano una sfida e un’opportunità: il bilancio di sostenibilità, da mero adempimento normativo, si trasforma in uno strumento strategico per comunicare l’impegno dell’azienda e guidare il miglioramento continuo. 

La CSRD ha innalzato gli standard di rendicontazione, richiedendo alle aziende di fornire informazioni dettagliate e verificabili su una vasta gamma di parametri ESG. In questo contesto, i Responsabili HR giocano un ruolo chiave nel raccogliere, analizzare e presentare i dati relativi al capitale umano. 

Il primo passo è l’identificazione di KPI rilevanti che riflettano l’integrazione tra sviluppo del personale e obiettivi di sostenibilità. Questi possono includere: 

  • Percentuale di dipendenti che hanno ricevuto formazione su temi ESG
  • Ore di volontariato aziendale dedicate a iniziative di sostenibilità
  • Tasso di retention dei dipendenti coinvolti in progetti di sostenibilità
  • Numero di innovazioni o miglioramenti di processo legati alla sostenibilità proposti dai dipendenti
  • Livello di consapevolezza e engagement dei dipendenti su temi ESG, misurato attraverso survey interne

La raccolta di questi dati richiede la collaborazione tra diversi dipartimenti e l’implementazione di sistemi di gestione delle informazioni adeguati. 

Conclusione: verso un futuro sostenibile e umano-centrico

In conclusione, l’integrazione tra sviluppo del capitale umano e sostenibilità aziendale si configura come una delle sfide più significative e promettenti per le organizzazioni moderne. I Responsabili delle Risorse Umane si trovano in una posizione privilegiata per guidare questa trasformazione, fungendo da ponte tra le aspirazioni di sostenibilità dell’azienda e il potenziale innovativo dei suoi dipendenti. 

IN.SI. è convinta che la chiave del successo risieda nella capacità di adottare un approccio olistico, che veda la formazione, lo sviluppo del personale e le iniziative di sostenibilità come parti interconnesse di un unico ecosistema. Solo così sarà possibile creare un ambiente lavorativo che non solo risponda alle esigenze normative della CSRD, ma che generi valore condiviso per l’azienda, i dipendenti e la società nel suo complesso. 

Il bilancio di sostenibilità, lungi dall’essere un mero esercizio di compliance, diventa uno strumento strategico per raccontare questa trasformazione, misurarne l’impatto e identificare opportunità di miglioramento. La sfida per i professionisti HR sta nel tradurre le complesse dinamiche dello sviluppo del capitale umano in metriche significative e in narrazioni coinvolgenti che possano ispirare ulteriori progressi. 

Guardando al futuro, le aziende che sapranno coltivare il proprio capitale umano in un’ottica di sostenibilità saranno quelle meglio posizionate per affrontare le sfide di un mondo in rapida evoluzione. Saranno organizzazioni resilienti, innovative e attrattive per i talenti, capaci di creare valore duraturo per tutti gli stakeholder. 

Le attività formative sono finanziabili con:

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