Come siamo approdati alla nuova frontiera dell’apprendimento?
L’apprendimento è un processo complesso e affascinante che accompagna l’uomo fin dalla nascita. Nel corso degli ultimi 50 anni, diverse correnti di pensiero hanno cercato di spiegare come avviene l’apprendimento e quali sono i fattori che lo influenzano. La nuova frontiera dell’apprendimento, basata su IA, VR/AR, neuroscienze, apprendimento esperienziale e gamification, non è nata dal nulla: è il risultato di un’evoluzione graduale di idee e innovazioni che hanno caratterizzato gli ultimi decenni.
Negli ultimi 50 anni, il campo dell’apprendimento umano ha visto fiorire diverse correnti di pensiero, ognuna con la sua lente d’ingrandimento per comprendere questo affascinante processo.
Negli anni ’50 e ’70, il cognitivismo ha dominato la scena, ponendo l’accento sull’elaborazione mentale dell’informazione: attenzione, memoria, pensiero e linguaggio. L’apprendimento era visto come un processo attivo di costruzione di conoscenza, in cui il discente assumeva un ruolo centrale. Esponenti di spicco di questo periodo furono Piaget, Bruner e Ausubel.
Dagli anni ’80 in poi, il costruttivismo ha preso piede, sottolineando l’importanza del contesto sociale e culturale nell’apprendimento. La conoscenza non è più vista come un pacchetto da trasmettere, ma come un prodotto che il discente costruisce attivamente attraverso l’interazione con l’ambiente e con gli altri. Vygotskij, Bruner e Lave & Wenger sono alcuni dei nomi chiave di questo movimento.
Dagli anni ’90 ad oggi, il socio-culturalismo ha rafforzato l’idea che l’apprendimento sia un processo situato e mediato da artefatti culturali. La collaborazione e l’interazione sociale assumono un ruolo fondamentale, in quanto il discente apprende meglio all’interno di una comunità di pratica. Vygotskij, Lave & Wenger e Rogoff sono tra i principali esponenti di questa corrente.
Le teorie dell’apprendimento situato, nate negli anni ’90, pongono l’accento sull’esperienza pratica e sull’integrazione dell’apprendimento con l’attività specifica. Il contesto diventa quindi un elemento chiave per la costruzione della conoscenza. Lave & Wenger, Brown, Collins & Duguid sono alcuni dei nomi associati a questo approccio.
Dagli anni ’80 ad oggi, le teorie connessioniste hanno introdotto una prospettiva neurobiologica, considerando l’apprendimento come un processo di formazione di reti neurali nel cervello. L’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale assumono un ruolo chiave in questa visione, con applicazioni in diversi campi come la robotica, l’e-learning e l’analisi del comportamento. McCulloch & Pitts, Hebb, Rumelhart & McClelland sono alcuni dei pionieri di questo approccio.
Negli anni ’90 e oltre, le teorie dell’apprendimento esperienziale hanno enfatizzato l’importanza del “learning by doing” e dell’apprendimento attraverso il gioco. L’esperienza diretta diventa il fulcro del processo di apprendimento, con l’obiettivo di sviluppare non solo la mente, ma anche l’intelligenza emotiva e l’autonomia del discente. Dewey, Kolb e Schön sono alcuni dei nomi di riferimento in questo campo.
Infine, le teorie dell’apprendimento olistico, nate negli anni ’90, propongono una visione olistica dell’apprendimento che coinvolge l’intera persona, non solo la mente. L’intelligenza emotiva, la creatività e il corpo assumono un ruolo fondamentale in questo approccio, che mira ad un apprendimento significativo e duraturo. Gardner, Goleman e Armstrong sono alcuni dei principali esponenti di questa corrente.
Le neuroscienze e l’apprendimento: un connubio rivoluzionario
È importante sottolineare che queste correnti di pensiero non sono in contrapposizione tra loro, ma possono essere integrate e combinate per creare un modello di apprendimento più completo e funzionale. La scelta di un approccio rispetto ad un altro dipende da diversi fattori, tra cui il contesto di apprendimento, gli obiettivi formativi e le caratteristiche individuali dei discenti.
In definitiva, l’apprendimento umano è un processo complesso e multiforme che richiede una varietà di approcci per essere compreso e favorito al meglio. Lo studio delle diverse correnti di pensiero ci permette di arricchire la nostra conoscenza e di sviluppare metodologie didattiche sempre più efficaci e inclusive.
Le neuroscienze ci offrono una finestra sul cervello in azione, svelandoci i meccanismi che regolano l’apprendimento in tutte le sue forme. Che si tratti di memorizzare una formula matematica, di imparare una nuova lingua o di risolvere un problema complesso, le neuroscienze ci aiutano a capire come il cervello orchestra queste attività.
- Dalla teoria alla pratica: questa conoscenza non rimane confinata nei laboratori di ricerca, ma si traduce in applicazioni concrete per migliorare l’apprendimento a tutti i livelli.
- Metodi di apprendimento su misura: le neuroscienze ci permettono di sviluppare metodi di apprendimento più efficaci, basati sul funzionamento del cervello.
- Imparare in modo sano: le neuroscienze ci aiutano a comprendere come fattori come il sonno, l’alimentazione e l’esercizio fisico influenzano l’apprendimento utilizzando strategie per ottimizzare le condizioni per un apprendimento efficace e la promozione di stili di vita sani che favoriscono la salute del cervello.
- Tecnologia al servizio dell’apprendimento: le neuroscienze aprono la strada a nuove tecnologie per l’apprendimento, come la realtà virtuale e la realtà aumentata, utilizzando ambienti di apprendimento immersivi e interattivi e strumenti di apprendimento personalizzati.
Le neuroscienze non sono una bacchetta magica, ma una lente d’ingrandimento rivoluzionaria che ci permette di guardare all’apprendimento con occhi nuovi:
- Capire come il cervello impara.
- Sviluppare metodi di apprendimento più efficaci.
- Superare le difficoltà di apprendimento.
- Promuovere un apprendimento sano.
- Incoraggiare l’innovazione tecnologica in campo educativo.
L’integrazione delle neuroscienze nella formazione è un viaggio appena iniziato, con il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui insegniamo e impariamo. Un futuro in cui l’apprendimento è più efficace, inclusivo e personalizzato per tutti.
I device IoT per l’EEG: una nuova frontiera per l’apprendimento
Immagina di poter sbirciare all’interno del cervello mentre impara. Di vedere quali aree si attivano, come si formano le connessioni neurali, come si consolida la memoria. Questo è il potere dei device IoT a supporto delle neuroscienze, una disciplina che sta rivoluzionando il modo in cui comprendiamo e approcciamo l’apprendimento. Non solo un osservatore passivo, ma un regista dell’apprendimento!
IN.SI. sostiene e promuove l’utilizzo delle neuroscienze e dei dispositivi IoT come alleati fondamentali nel miglioramento dell’apprendimento, offrendo strumenti e conoscenze indispensabili per gestire con successo le sfide del mondo del lavoro in continua evoluzione. IN.SI. ritiene che l’integrazione di queste discipline possa guidare le aziende verso una formazione più consapevole, orientata al benessere e alla crescita sostenibile.