Mai capitato il corto circuito per cui competenze e richieste di mercato non combaciassero? Qui trovate qualche suggerimento per metterle d’accordo.

Molto spesso le aziende faticano a trovare dei profili adeguati alla loro ricerca del personale e allora si verifica una scarsa corrispondenza tra la domanda e l’offerta. 

Le ragioni per cui si manifesta questo fenomeno sono spesso riconducibili a un mondo occupazionale in continua e sempre più rapida evoluzione, in cui le competenze pagano le conseguenze di una costante obsolescenza. Il vero problema è che, anche se le aziende aprono nuove posizioni di lavoro, le skill richieste e quelle effettivamente possedute dai candidati non combaciano. Questo fenomeno prende il nome di “skill mismatch” e rischia di mettere a repentaglio la produttività delle imprese, con importanti ricadute economiche. 

Secondo il Boston Consulting Group lo skill mismatch entro il 2025 causerà la perdita del 11% del Pil annuale, pari a 18 mila miliardi di dollari.

Sulla base dei dati raccolti nel Bollettino Annuale 2022 di Anpal e Unioncamere, si evince che in Italia sono aumentate le ricerche di personale, ma la difficoltà nel trovare candidati idonei ha superato il 40%.

Tale situazione fa sì che si crei progressivamente un divario sempre più difficile da colmare tra competenze e richieste lavorative, quindi gli strumenti per rimediare allo skill mismatch sono piuttosto preziosi, affinché il business non riceva contraccolpi. Di seguito ne illustriamo qualcuno. 

 

La complessa ricerca dei profili professionali tra lacune e scarsa corrispondenza delle competenze


Individuare un profilo adatto alla realtà aziendale non è una questione semplice, tanto è vero che le continue sfide economiche e sociali richiedono la presenza di abilità in costante evoluzione.

Una mancata corrispondenza tra le skill dei candidati e le richieste avanzate dalle società porta a incappare in uno skill gap – presenza di lacune nelle competenze – o skill mismatch – quando la domanda e l’offerta non si incrociano correttamente e si evidenzia la mancanza di aggiornamento. 

La radice del problema dello skill mismatch sta nel sistema educativo, che ha continuato a formare diplomati e laureati non in linea con l’evoluzione del mercato del lavoro e le nuove professioni, oltre alla mancanza di aggiornamento dei lavoratori che andasse di pari passo con l’innovazione digitale. 

Secondo recenti studi, le competenze tecnologiche diventano obsolete nel giro di 2-5 anni ed entro il 2025 il 27% dei lavoratori sarà impiegato in mansioni che ancora non esistono.

È dunque chiaro che le aziende devono ripensare le strategie della formazione, optando per la modalità “lifelong learning”, in modo tale che l’apprendimento continuo mantenga la forza lavoro allineata con l’evoluzione delle nuove tecnologie.

La buona notizia per le imprese è che esistono diversi strumenti per finanziare la formazione a seconda delle esigenze, sia che riguardi lo sviluppo delle skill digitali o manageriali dei propri dipendenti (Avviso 2/2022 di Fondimpresa per le competenze di base e trasversali) sia nel caso l’azienda abbia intenzione di assumere lavoratori disoccupati usufruendo di finanziamenti per la loro formazione (è il caso dell’Avviso 1/2023 di Fondimpresa per le Politiche Attive).

 

Coltivare le digital soft skill agevola il processo di inserimento lavorativo


Le
competenze trasversali rappresentano un asset strategico e consentono di utilizzare in modo efficace i nuovi strumenti tecnologici. Riguardano le discipline connesse al modo di interagire, comunicare, adattarsi e cooperare in team capitalizzando le informazioni che si trovano in rete.

All’interno di uno scenario altamente mutevole, possedere un discreto grado di alfabetizzazione rispetto ai nuovi media, ai loro linguaggi e formati costituisce un valore aggiunto, perciò figure formate e corrispondenti a questo profilo sono particolarmente ricercate. 

Per lo sviluppo delle soft skill e delle competenze digitali è possibile richiedere dei finanziamenti per un Piano di formazione senza oneri aggiuntivi per l’azienda,  attraverso l’Avviso 2/2023 di Fondimpresa – Competenze di base e trasversali, di cui è previsto a breve un aggiornamento per il 2023.

IN.SI. si inserisce proprio nella fase del processo in cui si presenta l’esigenza di colmare un digital mismatch. Questo avviene attraverso una formazione che sviluppi competenze come Knowledge Networking a supporto della gestione dei dati, delle informazioni e dei contenuti digitali, Virtual Communication per strutturarli in modo visuale, Digital Awareness, per il corretto utilizzo degli strumenti digitali nel rispetto di privacy e Netiquette, e Self Empowerment, dimostrando di padroneggiarli per risolvere i problemi.

 

La formazione finanziata offre ottime occasioni occupazionali


In risposta al fabbisogno di figure professionali difficilmente reperibili sul mercato del lavoro, tramite
l’Avviso n. 1/2023, Fondimpresa ha stanziato € 10.000.000 per le aziende che prevedono azioni formative finalizzate alla qualificazione, riqualificazione e/o all’aggiornamento delle competenze di disoccupati e/o inoccupati.

L’obiettivo è ridurre il fenomeno dello skill mismatch e favorire la crescita professionale e l’occupabilità dei lavoratori, di cui è prevista l’assunzione da parte delle imprese aderenti grazie all’acquisizione di determinate abilità. 

Siccome la gestione della formazione finanziata è particolarmente complessa, IN.SI. ha preparato una guida gratuita all’Avviso 1/2023 di Fondimpresa con tutte le info sull’Avviso, i Fondi Interpersonali e le indicazioni per ottenerli. 

Ma seguire i vincoli, attenersi alle limitazioni e ai termini di scadenza può essere di ostacolo a una quotidianità organizzativa, motivo per cui possiamo supportare ogni società in tutte le fasi burocratiche, per risparmiarle tempo ed energie. Dalla progettazione alla presentazione del piano formativo, curandone gestione e monitoraggio, rendicontazione e richiesta del saldo, IN.SI. è presente offrendo la sua esperienza sulla formazione finanziata.